Tecnica chirurgica dell’ aumento seno
Anestesia
La prima fase dell’intervento al seno è affidato al medico anestesista, che provvede a somministrare una sedazione per via endovenosa. La paziente dormirà durante tutta la chirurgia. Successivamente, la zona interessata viene anestetizzata attraverso infiltrazioni di una particolare miscela di farmaci, tra cui un vasocostrittore, che evita il sanguinamento, offrendo al chirurgo un campo operatorio ben chiaro.
Questa particolare tecnica di anestesia accompagnata da sedazione profonda offre una serie di vantaggi, dati principalmente dall’assenza del forte stress provocato dall’anestesia generale (intubazione, risveglio disagevole, necessità di ricovero).
Incisione periareolare
L’atto chirurgico vero e proprio ha inizio con le incisioni, necessarie per raggiungere la zona che diventerà la sede della protesi. Sulla le incisioni esistono diverse scuole tecniche, che ne suggeriscono il posizionamento sul solco sottomammario, sotto l’ascella o lungo il perimetro dell’areola. Quest’ultima localizzazione si dimostra la migliore come qualità tecnica ed estetica del risultato finale della mastoplastica additiva, perché la futura cicatrice che si va a formare si trova in posizione scarsamente visibile anche con il seno nudo.
Le incisioni hanno una lunghezza ridotta ad alcuni centimetri a semicerchio, lungo il margine areolare inferiore.
Tasca chirurgica e sede della protesi
Attraverso le incisioni praticate sulle areole, il chirurgo raggiunge il piano del tessuto cutaneo dove, scollando i tessuti, crea la tasca chirurgica che accoglierà le protesi.
Tale tasca può trovarsi dietro le ghiandole mammarie oppure sotto al muscolo pettorale. In alcuni casi il progetto chirurgico prevede il posizionamento delle protesi parzialmente retromuscolare, chiamato anche dual plane, per cui la protesi si trova per circa due terzi dietro al grande pettorale e per il terzo inferiore sotto alla ghiandola mammaria.
Il tipo di protesi impiegata e il suo posizionamento vengono stabiliti in fase di visita, poiché la combinazione di questi due fattori può regalare effetti estetici molto differenti.
Una volta allestite le due tasche chirurgiche che accoglieranno le protesi, il chirurgo provvede a cauterizzare tutti i piccoli vasi sanguigni recisi in queste fasi.
L’accuratezza di questo passaggio determina l’assenza di sanguinamento al termine dell’intervento e la prevenzione della formazione di edemi evidenti e lividi nei giorni successivi.
Inserimento della protesi
La protesi viene fatta scivolare all’interno della tasca chirurgica attraverso le incisioni e vengono posizionati i drenaggi. In tutte queste delicate fasi viene posta grande attenzione ai dotti galattofori e all’integrità della ghiandola mammaria che, non venendo lesa, mantiene la sua funzione fisiologica e quindi la donna potrà allattare nonostante la mastoplastica additiva.
Il chirurgo quindi verifica la simmetria e il corretto posizionamento degli impianti rispetto ai capezzoli e alla linea mediana.
Sutura per piani
La fase di sutura è fondamentale per la corretta resa estetica della futura cicatrice. Se la parte superficiale della cute subisse una trazione eccessiva, infatti, la cicatrizzazione sarebbe difficoltosa e facilmente ipertrofica, quindi troppo visibile. I tessuti perciò vengono suturati prima in profondità e progressivamente lungo i piani più superficiali, in modo da distribuire omogeneamente le forze. L’ultima sutura cutanea è realizzata con particolari graffette metalliche, che non provocano grinze sulla pelle, sono semplici e non dolorose da eliminare e favoriscono una guarigione esteticamente ottimale.
Bendaggio
L’intervento termina con la medicazione e il bendaggio del seno. Le fasciature elastiche e compressive vengono considerate parte integrante dell’intervento stesso, visto l’importante ruolo che ricoprono. La compressione contiene l’eventuale edema che di norma si forma a seguito dell’atto chirurgico e favorisce il corretto assestamento dei tessuti del seno.
Una volta terminata la chirurgia, la paziente viene affidata alle cure del personale paramedico e al controllo continuo dell’anestesista che assiste il suo risveglio completo e le prime ore seguenti.
A fine giornata la paziente potrà essere dimessa dopo un ultimo accertamento del chirurgo, facendo quindi ritorno alle mura domestiche o ad un alloggio nei paraggi della clinica.
Il primo controllo avviene il giorno seguente, nel corso del quale vengono svolte le prime medicazioni, rimossi i drenaggi e fornite le ultime indicazioni per il primo periodo post operatorio.